01Lug

EMANUELA MARASSI cronache rosa

Da venerdì 1° luglio 2022, presso il Museo d’Arte Moderna “Ugo Carà” di Muggia, è visitabile la mostra “Cronache rosa”, personale dell’artista Emanuela Marassi, curata da Massimo Premuda e organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia, per festeggiare gli oltre sessant’anni di carriera dell’artista muggesana. La mostra presenta principalmente i suoi famosi Giornali, Lettere e Racconti in tulle cucito degli anni 1976-1981 ed è corredata da un catalogo che ripercorre la sua vita e la sua ricerca artistica dalla metà degli anni Cinquanta ad oggi, attraverso le numerose partecipazioni a prestigiose esposizioni in Italia e all’estero, e attraverso un testo storico di Gillo Dorfles proprio sui Giornali e uno di Giuliana Carbi Jesurun sulla spettacolare installazione del Cavaliere, ma anche attraverso un testo sul femminismo della grande Dacia Maraini. Nel volume, oltre a un ricco apparato biografico e bibliografico, sono riportate molte riflessioni e pensieri di Alberto Veca, Elena Pontiggia, Marco Pozzetto, Eva Fabbris, Roberto Vidali e Vanja Strukelj sulla pratica artistica di Marassi. Il catalogo, diviso in quattro sezioni: “intarsi con Avgust Černigoj”, “giornali, lettere e racconti”, “opere e installazioni” e infine “progetti”, si apre con un sentito augurio da parte del Vicesindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Muggia, Nicola Delconte, che dice: Cronache rosa è una grande mostra per festeggiare gli oltre sessant’anni di carriera dell’artista muggesana Emanuela Marassi, che nel tempo si è fatta conoscere più fuori da Trieste e all’estero, che nella nostra area.
Dopo gli approfondimenti delle scorse estati sui grandi artisti di Muggia ancora in attività, come Villibossi e Aldo Bressanutti, è un piacere poter raccontare quest’anno la ricerca artistica e il percorso di vita di un’artista donna nata nella nostra cittadina.
La personale muggesana rappresenta così un’occasione imperdibile per rivedere anche i suoi famosi Giornali in tulle cucito, che negli ultimi anni sono stati riproposti anche a Torino e Bratislava con grande favore di pubblico e critica. Lo stesso successo che le auguriamo anche noi nella sua, e nostra, Muggia. ”

La mostra presenta una quarantina di Giornali, Lettere e Racconti in tulle cucito di grandi dimensioni degli anni 1976-1981, ma anche una sezione dedicata agli intarsi su legno realizzati negli anni Sessanta su disegno di Avgust Černigoj, con il prestigioso prestito del pannello “Nozze carsiche” del 1964, dal ciclo di sei tarsie di grandi dimensioni eseguite per la Sala dei Congressi del Kulturni dom, ora Teatro Stabile Sloveno/Slovensko stalno gledališče di Trieste.

Emanuela Marassi nasce a Muggia nel 1937 e sviluppa le sue doti artistiche sotto la guida di Avgust Černigoj, figura importante del costruttivismo sloveno. Espone in Italia e all’estero dalla fine degli anni Sessanta. Lavora prima nel campo delle arti applicate (scuola viennese di intarsio) poi utilizza la pittura, il collage, il ricamo e la sperimentazione contemporanea dei materiali (soprattutto il tulle e i metalli). È performer (una delle prime performer femministe italiane) e produce grandi installazioni e opere video. Sempre alla scoperta del linguaggio dei simboli, sviluppa varie serie tematiche che elabora e completa negli anni. Una delle più importanti di queste serie, che riguarda la Bellezza intesa come vanitas, è l’opera Il Cavaliere (concepita per la mostra al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1981, quindi esposta nel 1992 a Perugia alla Rocca Paolina e successivamente ricomposta nel 2009 al Meštrović Pavilion di Zagabria). Marassi riprende questo tema anche nell’opera Casanova (esposta al Museo Ludwig di Budapest, 1999) e poi lo mette al centro della mostra Beauty curata da Gillo Dorfles al Museo Revoltella di Trieste nel 2007 e nel successivo ciclo di Narciso (Echo e Narciso, nel 2007 allo Studio Tommaseo di Trieste, e Open Space for Narcissuses, nel 2011 alla mostra curata da Vittorio Sgarbi al Porto Vecchio di Trieste e nel 2012 alla biennale “Multimeridijan 2012” dell’HDLU Istria). Recentemente, con l’ironia che la contraddistingue, ha di nuovo affrontato con il vetro e il cellophane l’idea di vanitas, stavolta “rispecchiando” se stessa, nella mostra Tu, tu che… (Studio Tommaseo, Trieste, 2018). Un’altra grande serie di opere, performance e video riguarda il rito del matrimonio e la sua fragilità. Si vedano ad esempio le serie Sweet Suite (2001) e Fragile! (2003), dove Marassi rielabora e trasforma la traccia delle sue performance degli anni Settanta (La donna è un S-Oggetto kitsch?, Ipotesi, Il filo di Arianna, 1978). Nel suo discorso femminista Marassi guida il procedimento di osservazione e restituzione artistica usando il rovesciamento del punto di vista e l’auto-racconto. L’auto-racconto è esercitato splendidamente nei Giornali di filo e di tulle della seconda metà degli anni Settanta, la produzione più emblematica dell’artista. Essi apriranno ai racconti-rovesciamenti cuciti di Rosa profondo. Androgino: Ginandro e Le vesti dell’anima (1979), e di Aurora Musis Amica (1980), nonché a Il Cavaliere stesso. I Giornali, recentemente esposti anche a Bratislava (Soft Diaries 1978-1981, Gandy Gallery, 2021) sono il nucleo centrale della mostra Cronache rosa.

La grande mostra al Museo Carà intende rileggere la poetica dell’artista e in particolare il filone dei Giornali degli anni Settanta e Ottanta in tutte le declinazioni possibili, e approfondire i temi propri della ricerca di una vita attraverso rari materiali d’archivio. Così Massimo Premuda, curatore della mostra, investiga la figura e la poetica dell’autrice: “Emanuela Marassi continua a stupirci per la freschezza e la libertà di una ricerca artistica lunga più di sessant’anni che, con la leggerezza e l’ironia che l’hanno sempre contraddistinta, fra raffinati giochi di parole, rompicapi visivi e icastici accostamenti di materiali impossibili da avvicinare, ci fa ancora riflettere sull’identità femminile e sul ruolo della donna nella società. […]
Nel 1978 la mostra personale curata da Gillo Dorfles alla Galleria Tommaseo di Trieste segna un punto di svolta in cui, dopo l’installazione del 1976 in cui comparivano gli strumenti di lavoro del pittore dipinti di rosa e completamente ricoperti di tulle mentre enormi bocche femminili dipinte erano velate da un funereo tulle nero, il suo linguaggio si fa maturo e si inaugura l’incisiva stagione del tulle cucito. Giornali, Lettere e Racconti, ma anche tante impalpabili installazioni come Le vesti dell’anima, Rosa Profondo. Androgino: Ginandro, Aurora Musis Amica e il potentissimo Cavaliere caratterizzano il periodo di produzione di Marassi dalla metà degli anni Settanta ai primi anni Ottanta in cui fra tulle, voile, trine, nastri e filo da cucito si intesse un racconto originalissimo in cui si condensano tempo, scrittura intima e mansioni femminili, e che, come sottolinea Dorfles: “Sono, a un tempo, lavori tipicamente “donneschi”, ma anche strumenti demistificatori dello stesso universo femminile (con le sue svenevolezze, i suoi finti sospiri, le sue comode titubanze). Un universo che Emanuela conosce a fondo, ma, come donna ideologicamente impegnata, vuol trasformare e in parte condannare.”
I Giornali degli anni 1978-81, esposti di recente ad Artissima di Torino e alla Gandy Gallery di Bratislava, giocano dunque sul sottile rapporto fra velare e svelare, in cui il tulle è supporto trasparente di annotazioni illeggibili cucite a filo bianco o nero che sembrano scritte sul nulla. Ma la ricerca continua e nel 1981, con la grande installazione del Cavaliere al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, la scrittura si fa parola e alle trentasei virtù tradizionalmente attribuite al cavaliere medievale, ricamate rosa su rosa, Marassi ne aggiunge una: beauty, la bellezza che salverà il mondo di dostoevskijana memoria? Giuliana Carbi Jesurun in merito evidenzia che: “Ora, con il Cavaliere, lo scrivere le virtù è attività del praticare le virtù, la parola è microcosmo e simbolo estremo di un imperativo morale universale. Permane, e deve permanere, la presunta contraddizione del “disarmato” femminile (la cucitura, il tulle) all’interno di un tema maschile e “armato” per eccellenza quale quello del cavaliere e delle regole cavalleresche medioevali.” […]
La ricerca artistica di Emanuela Marassi, che parte da una rigorosa conoscenza dei materiali e delle tecniche e da posizioni femministe, si è sempre fatta profondo messaggio universale in cui anche argomenti apparentemente femminili, nella sua intensa indagine individuale, diventano temi condivisi che riguardano tutti e che Emanuela, con la consueta ironica leggerezza, spolvera di rosa pâtisserie o Zuckerbäcker… quel color rosa zuccheroso da pasticceria, come lo aveva scherzosamente definito il grande Černigoj.”

Venerdì 1° luglio 2022, verrà proposta una visita guidata con l’artista alle ore 18 per incontrare l’autrice e confrontarsi sulle opere in mostra, mentre alle ore 19 l’artista resterà a disposizione del pubblico per firmare il catalogo disponibile presso il bookshop del Museo Carà. La mostra potrà essere visitata a ingresso libero fino a domenica 28 agosto 2022 con il seguente orario: da martedì a venerdì 18-20, sabato 10-12 e 18-20, domenica e festivi 10-12.
www.museougocara.eu/en/events/emanuela-marassi-cronache-rosa

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