Museo Archeologico
Museo Archeologico

Il Civico Museo Archeologico, inaugurato nel 1997, ha sede presso la Casa Veneta nel centro storico di Muggia, e offre un’esaustiva esposizione di reperti rinvenuti nel territorio del Comune di Muggia, in particolare dall’area del Monte Castellier con la Necropoli di Santa Barbara e il Castelliere di Elleri. Visitare il Museo Archeologico è il modo più completo per conoscere i reperti ritrovati nei 25 siti sparsi sul territorio di Muggia, compresi quelli non più visitabili, come i resti delle ville e dei moli romani ormai sommersi dall’accresciuto livello marino. Il piano terra è un invito alla visita, con una serie di foto aeree e di documenti che ci offrono una panoramica generale della penisola muggesana. La visita si approfondisce salendo al primo piano dove troviamo una collezione completa dei materiali ritrovati nei molti siti muggesani. Il secondo piano è invece un omaggio agli scavi archeologici condotti a Muggia in un periodo di oltre cent’anni. Spiccano la ricostruzione di una tomba della Necropoli, ora non più visitabile, di Santa Barbara e i magnifici oggetti di corredo: collane, spille, anelli e altri monili. Accanto a questi reperti sono da ricordare anche le due iscrizioni e la stele dedicata al Dio Mitra, rinvenute presso il Castelliere di Elleri, ben rappresentato da una ricostruzione tridimensionale.


Percorso di visita

Piano terra - Museo Archeologico
Piano terra – Museo Archeologico

L’esposizione si compone di tre sezioni distinte, corrispondenti ai tre piani del Civico Museo Archeologico.

Il piano terreno propone, attraverso foto, carte e testi, la rappresentazione del territorio con particolare riferimento alla componente storica.

Al primo piano viene illustrata la storia dell’area qui considerata, dall’eneolitico al medioevo (cioè circa dal III millennio a. C. al XIV sec. d. C.), attraverso la lettura dei manufatti frutto delle raccolte di superficie effettuate soprattutto tra gli anni Cinquanta e Sessanta di questo secolo. Per facilitare la lettura, i materiali sono stati disposti secondo una sequenza cronologica e sono stati distinti in sei fasi caratterizzate da colori diversi: giallo per l’eneolitico e l’età del bronzo antico, arancio per l’età del bronzo medio, recente e finale 1, rosso per l’età del bronzo finale 2 e l’età del ferro, azzurro per l’età della romanizzazione, blu per quella romana ed infine verde per il medioevo.

Il secondo piano è interamente dedicato all’illustrazione dei dati desunti dagli scavi condotti dalla Soprintendenza a partire dagli anni Ottanta sul Monte Castellier (Elleri). Si tratta di un sito di straordinaria importanza, frequentato senza soluzione di continuità dall’età del bronzo antico all’epoca romana. Nel corso delle indagini, tuttora in corso, è stata raccolta una notevole quantità di dati che, opportunamente elaborati, ci permettono di tratteggiare, seppur in via preliminare, la storia del luogo. La complessità e la varietà dei dati presentati mostra inoltre quanto sia più ricca e multiforme l’informazione ricavata con moderne tecniche d’indagine, prima fra tutte lo scavo stratigrafico, rispetto a quella prodotta con ricognizioni e scavi non sistematici.


Il territorio di Muggia

Primo piano - Museo Archeologico
Primo piano – Museo Archeologico

Da un punto di vista storico-geografico il territorio di Muggia si colloca in tutte le epoche in posizione di confine e di cerniera tra aree culturali diverse. Alcuni siti ci testimoniano la presenza umana fin dalla tarda preistoria. Tra tutti si segnala per la particolare importanza Elleri dove l’occupazione è attestata dalle fasi iniziali dell’età del bronzo all’epoca romana con indizi che arrivano fino a quella medievale. Sulle pendici dello stesso colle è stata ritrovata anche la Necropoli di Santa Barbara, i cui corredi si datano nella prima età del ferro. Al Castelliere di Elleri sembra contrapporsi quello di Montedoro che ha restituito, oltre al cospicuo materiale protostorico, tracce di frequentazione precedente il bronzo medio. Successivamente, in età romana e medievale il luogo probabilmente fu adibito a pascolo, come testimoniano i pochi cocci raccolti in superficie.

Il sito di Stramare fu occupato a più riprese: vi sono stati reperiti due degli strumenti in pietra più antichi del territorio e alcuni pezzi di ceramica dell’età del bronzo; per l’età del ferro abbiamo indizi che ci portano ad interpretare il sito in chiave emporiale; una villa fornita di molo fu edificata in epoca romana; infine nel medioevo fu luogo utilizzato nella produzione del sale. Da Muggia Vecchia ci giungono scarsissime testimonianze delle età del ferro e romana, mentre del medioevo si conservano, oltre a materiali mobili, resti di strutture come le porte del Castello e la Basilica di Santa Maria Assunta.


Storia delle ricerche

Secondo piano - Museo Archeologico
Secondo piano – Museo Archeologico

Le prime menzioni delle antiche vestigia di Muggia risalgono ai secoli XV e XVI, cioè al periodo in cui si formarono alcune importanti sillogi di epigrafi romane. Ricordiamo in particolare l’opera composta alla fine del Quattrocento da Domenico de’ Monticulis (o Montecchi) che descrisse tre documenti muggesani (l’ara di Caius Iulius Nicostratus, ora utilizzata come mensa d’altare nella navata sinistra della Basilica di Santa Maria Assunta a Muggia Vecchia, e le due epigrafi rispettivamente di Caius Arrius e di Quintus Caedius trasportate a Cividale nel 1420, quando Muggia passò sotto la giurisdizione di Venezia). Nelle raccolte di Felice Feliciano (1433 – 1481) e di Marin Sanudo (primi decenni del Cinquecento) sono menzionate l’iscrizione di Caius Valerius Sabinus e l’aretta di Titus Veturius Eudaemon. Delle testimonianze romane presenti sul territorio muggesano trattano anche Pietro Coppo nella sua opera Del sito de Listria edita nel 1540, Nicolò Manzuoli nella Nova descrittione della Provincia dell’Istria (1611) e Giacomo Filippo Tommasini nel De’ commentarii storici-geografici della provincia dell’Istria (iniziata nel 1647).


Kandler, Burton, Marchesetti e Moser

Mura Muggia Vecchia
Mura Muggia Vecchia

Le prime indagini sul terreno, costituite da scavi archeologici o più frequentemente da ricognizioni di superficie, si datano appena alla metà del secolo scorso. In quell’epoca Pietro Kandler esplorò il territorio con particolare interesse per l’epoca romana: a lui dobbiamo le notizie sui porti di San Clemente e del Mandracchio di Muggia, sul sito di Taglada e sulla Necropoli a Muggia Vecchia. La figura di Kandler è molto importante anche in riferimento agli studi sulla protostoria: nel corso di varie ricognizioni compiute in Carso ed in Istria egli identificò ben trecento castellieri che egli interpretò erroneamente come un sistema di fortificazioni romane. Furono proprio alcuni collaboratori dello stesso Kandler (Antonio Covaz, Carlo De Franceschi, Tomaso Luciani) ad intuire che i castellieri fossero strutture di epoca preromana, ma perché quest’idea venisse ufficialmente riconosciuta valida, bisognò attendere il 1877 quando fu pubblicato in lingua italiana un articolo di Richard Francis Burton – un esploratore inglese giunto a Trieste nel 1872 in qualità di console. Poco dopo Carlo Marchesetti con gli scavi di Cattinara e Montebello avviava la moderna indagine scientifica nel campo dei castellieri e nel 1903 dava alle stampe l’opera tuttora basilare per lo studio di questi abitati I castellieri preistorici di Trieste e della Regione Giulia. Nello stesso periodo Karl Moser conduceva alcune importanti indagini sul Castelliere di Elleri.


Civico Museo Archeologico

Calle Gugliemo Oberdan 14 – Muggia (TS)
Orario sabato 10-12


Consigli di lettura

– AA.VV., Il Civico Museo Archeologico di Muggia, Nord Est, Trieste, 1997
– AA.VV., Il Civico Museo Archeologico di Muggia: guida, Tipolito Astra, Trieste, 1999

Civico Museo Archeologico